Dall’evento "Comfort Technology Roadshow Progettare l’efficienza" tenutosi nei giorni scorsi presso la Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma è emerso che la riqualificazione energetica degli edifici sarà il volano per la ripartenza del mercato delle costruzioni e dell’idrotermosanitario.
Basti pensare infatti che il nostro patrimonio immobiliare è “vecchio” e fortemente energivoro, circa un terzo dei consumi energetici nazionali: il 63% del totale del patrimonio edilizio pubblico italiano (45.000 edifici scolastici, 20.000 immobili demaniali, 7.500 presìdi extra ospedalieri + 1.300 ospedali, più di 13mila edifici per uffici) ha più di 35 anni; il consumo annuo per unità di superficie (circa 250 kWh/m2a) è nettamente superiore alla media di quello degli altri paesi europei (stima "Brita PuBs”) e i consumi energetici generano una spesa annua complessiva pari a oltre 4.500 milioni di euro (seconda una stima Consip).
Un patrimonio fortemente “energivoro” che ha bisogno di essere ristrutturato e valorizzato per contribuire al raggiungimento dei valori soglia identificati dal pacchetto 20-20-20 imposto dal Protocollo di Kyoto. Non solo, entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a "energia quasi zero".
Nel corso del convegno si è cercato di capire se l’industria manifatturiera e la filiera della produzione e distribuzione dei comparti: caldo, freddo, acqua e energia saranno in grado di rispondere alle richieste dell’Europa che impone agli Stati membri di fissare requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici nuovi ed esistenti, assicurare la certificazione energetica e disciplinare i controlli sugli impianti di climatizzazione.
Il settore delle riqualificazioni rappresenterà nei prossimi anni l’elemento fondamentale per frenare l’attuale contrazione del comparto edilizio europeo che rappresenta il 28% dell’intero settore a livello mondiale (dal 2006 al 2011 le riqualificazioni sono già passate dal 40% al 45%).
Particolarmente interessanti appaiono le prospettive per l’idrotermosanitario (pompe di calore, apparecchi e componenti per impianti termici, impianti e apparecchiature per acque primarie civili e industriali, impianti di cogenerazione) che ha assorbito il 53,7% di tutti gli interventi di rinnovo e manutenzione nel 2012.